mercoledì 23 aprile 2014

Via.

Mi sento spinta via come se ti dessi fastidio. Uno di quei pesi morti che vuoi scollarti di dosso con una buona dose di ipocrisia. 
Mi dicono di star calma ma ottengo solo rancore e lacrime da aggiungere nei miei stanchi occhi. Cerco di farmi forza, di allontanare pensieri nocivi e invece mi contorco, mi dimeno e piango nell'angolo di un letto troppo grande per me. Piango per paura di farmi del male, perché so benissimo quanto sia labile quel fottuto confine tra dolore e follia. 
Ed è in momenti come questo che mi rendo conto che in realtà non esiste nulla.. 
Vorrei i sussurri di una ninna nanna che mi allontani da tutto questo, perché mi sento impazzire.. 
Mi sento morire dentro.

martedì 15 aprile 2014

Viscere.

Lento.. Lo è eccessivamente. 
Monotono nella mia mente come un pendolo che oscilla impotente di cessare la sua tediosa sorte. 
I tuoi piedi ormai stanchi di calpestare le stesse strade da un'intera vita e le tue dita arrese ad accarezzare le medesime corde di una chitarra che ha esalato l'ultimo respiro.. Ma non sarà il tuo. 
Labbra che implorano di sfiorare una pelle diversa, ma sanno che non lo farai seppur continuino a sperare.
Le tue membra, tradite dall'andamento del tuo corpo, si contorcono in un impossibile groviglio di ossessioni.. Ma non riesci a dirlo. Le tue corde vocali sono in preda ad una paralisi ipnagogica. 
Sai che non puoi sfuggirle ancora per molto o esse ti corroderanno lentamente le viscere.

mercoledì 9 aprile 2014

Incanto.

Chiudi gli occhi e immagina..
Immagina un mare e la flebile brezza che lo accarezza..
Immagina un deserto e la fragilità di ogni granello di sabbia..
Immagina un pianoforte che intona un canto ai confini del mondo..
Immagina un bacio e le mie labbra che sfiorano le tue in modo quasi impercettibile..
Immagina..
Immagina che tutto ciò esista davvero e non sia solo uno spettro di un qualcosa di irraggiungibile..
Chiudi gli occhi e sogna luoghi d'incanto, ove io possa cullarti e spogliarti da ogni tuo incubo..

È tempo di aprirli, mia piccola creatura, senza timore alcuno..
La mano tesa verso te è la mia.

Die.

Morire.
Morire dentro te risucchiati da un'onda senza ritorno. 
Un vuoto. 
Il mio.
Afferra la mia mano e guidami attraverso i labirinti delle tue stanche membra. 
C'è troppo buio qui dentro, ma continuo a vedere oltre.. Oltre le ossa.. Oltre ciò che le riveste e le abbandona nude.. Oltre i tuoi occhi.
Non muovere le labbra, non rovinare quel loquace silenzio.. Non muoverti.
Lascia che la tua anima sussurri note di un pianoforte su cui io possa comporre passi giungendo al tuo oblio.